
Tra distanziamento e prossimità, scopriamo i luoghi del nostro cibo quotidiano

Quelli del lockdown sono stati i mesi del “distanziamento”, ma l’estate sembra essere all’insegna della “prossimità”.
Tutto il distanziamento che abbiamo praticato a livello individuale lo stiamo bilanciando con la prossimità a livello geografico.
Sono molti, infatti, quelli che useranno le ferie per conoscere la propria regione, quegli itinerari di cui hanno sempre sentito parlare ma ai quali non si erano mai dedicati. Si possono fare le valigie e chiudere casa, raccomandare il gatto e le piante ai vicini e poi spostarsi nel raggio della regione o addirittura della provincia, ritrovandosi in un luogo nuovo, nel quale rinnovare anche un po’ noi stessi.
La danza del “vicino- lontano” abbiamo iniziato a danzarla nei mesi del lockdown e abbiamo danzato anche con il nostro cibo: tutti ricordiamo l’euforia culinaria che ha caratterizzato la prima fase del lockdown, quando ci siamo ritrovati a tu per tu con le nostre cucine e con gli unici appuntamenti – i pasti ! – che continuavano a regalarci una parvenza di normalità in una situazione che di normale aveva sempre meno.
I dati ci raccontano che in quel periodo i consumi di prodotti biologici sono cresciuti.
Strano, ha detto qualcuno, ci sono meno soldi, la gente è in cassa integrazione, le partire IVA non lavorano e i consumi del biologico aumentano.
Niente di strano, ha risposto qualcun altro: momenti come questi aiutano a ristabilire l’ordine delle priorità e mangiare bene è la prima della lista.
Sono cresciute anche le vendite dirette, facilitate dal fatto che tanti produttori – e tra loro tanti casari dell’associazione Caseifici Agricoli – hanno avviato o intensificato (riorganizzandosi per l’occasione) il servizio di consegna a domicilio.
La cosa interessante e consolante è che quelle buone abitudini le abbiamo mantenute: non si torna al burro “muto” se per settimane il burro vero ha accompagnato i nostri piatti e lo stesso vale per tutti gli altri prodotti che un allevatore-casaro può offrire, a cominciare dal latte.
Con gli Open Day dei Caseifici Agricoli (12 e 13 settembre 2020), la danza continua, o per qualcuno potrà iniziare. Saremo noi, questa volta, che andremo a casa dei prodotti e dei produttori.
Tra i caseifici che aderiscono all’iniziativa, trovate quello più vicino a voi e scoprite che storia ha quel pezzo di formaggio che così spesso avete nel piatto, vicinissimo a voi, ma del quale non avete mai ripercorso la strada che ha fatto prima di arrivare in casa vostra.
Dedicate quei due giorni, 12 e 13 settembre, a un piccolo grande viaggio di prossimità: non potrà che far bene e correggerà il pericoloso distanziamento che da troppo tempo si è instaurato tra noi e il nostro cibo quotidiano.