
#IORESTOINSTALLA: la risposta dei caseifici agricoli a COVID-19
Quello che stiamo attraversando è un marzo cupo, che non ci aspettavamo. Sono giorni difficili, non sembrano finire ed effettivamente non sappiamo quando tutto questo avrà fine. Quello che ci viene chiesto è aspettare, fermarci, stare il più possibile dentro le nostre case.
Ci troviamo di fronte a due nemici: uno si chiama COVID-19, l’altro lo definisco un nemico amico: la quarantena. Sì perché se la quarantena rappresenta, allo stato attuale, l’unica via per fermare il contagio, allo stesso tempo sta cambiando le nostre vite. Aspettate aspettate, non ritengo che il cambiamento sia negativo, anzi, sono davanti agli occhi di tutti noi i risvolti positivi di questa stato di emergenza: meno inquinamento, più tempo in famiglia, maggior attenzione alla sanità, … ma il cambiamento è anche difficile, soprattutto quando è improvviso, quando è imposto e quando coinvolge qualcosa che non è così semplice gestire. Sì perché già noi umani stiamo avendo serie difficoltà a gestire questa situazione, chi più, chi meno. Ma se pensiamo alla natura, agli animali e a chi ci lavora ogni giorno a contatto con queste realtà: non possiamo mettere in pausa la natura.
Così mentre ognuno di noi, nel suo piccolo, si sta reinventando per sopravvivere all’emergenza, sia in senso lato sia realisticamente, le aziende agricole se le stanno inventando davvero tutte. Non me ne vogliate se non parlo di infermieri, medici, riders, farmacisti, operai in cassa integrazione, ristoratori, … In questo momento sono e siamo vicini a tutti, perché tutti in modo o nell’altro stiamo soffrendo, ma permettetemi di offrirvi uno spaccato della situazione agricola attuale. In particolare vi parlerò di qualche caseificio agricolo lombardo. Purtroppo lo sappiamo tutti che la regione più colpita, nonché la prima ad essere stata messa in ginocchio è proprio la Lombardia.
Potremmo iniziare dalla Fattoria I Gratèr-Formaggi di Capra di Torrazza Coste (PV). Marco e Giovanna stanno bene per quanto riguarda la salute per fortuna, così come le capre e i cani che le proteggono. Psicologicamente però sono preoccupati, come tutti d’altronde. Non solo per amici e parenti, ma anche per i loro animali; chi si occuperà di loro se la coppia dovesse ammalarsi? Inoltre è dura vedere un’ottima produzione di latte e formaggi mentre le vendite si riducono drasticamente.
Da bravi combattivi però, non si sono dati per vinti. Per fronteggiare la crisi si sono da poco attivati con le consegne a domicilio in tutta la provincia. Questo serve sia a loro sia a chi non può e non se la sente di spostarsi. Non parliamo solo di latte e formaggi, Marco e Giovanna stanno infatti allevando da due mesi i capretti che sarebbero stati destinati alla vendita per Pasqua, ma purtroppo nessuno sembra intenzionato ad acquistarli. La coppia è pronta a donarli se non si dovesse trovare una soluzione. Voi, amici di Pavia, la conoscevate questa splendida realtà? Chissà, magari vi viene voglia di fare un’ordinazione?
Altra provincia, alla storia, altra realtà. A Serle, in provincia di Brescia, si trova l’azienda agricola Il Caprino di Cariadeghe. L’azienda agricola si trova in montagna, lontano dal paese, i proprietari e le carpette stanno bene, hanno scorte per sopravvivere e visto l’esiguo numero di capi, 10 capre e 10 capretti nati recentemente, le perdite non sono massicce, ma ci sono. In questo caso le vendite tramite consegna a domicilio purtroppo non hanno funzionato. Forse perché il paesino attualmente conta una ventina di contagi su circa 3000 abitanti e la paura è tanta soprattutto in ragione del fatto che la popolazione è anziana? Nessuno può saperlo. Scalda il cuore però sapere che il caseificio agricolo ha pensato di donare il formaggio che stanno producendo a chi in questo momento ne ha bisogno, si sono già messi in contatto con i servizi sociali del paese. Non trovate sia una bellissima iniziativa?
Arriviamo alla provincia del capoluogo lombardo. A Zibido S. Giacomo (MI) si trova l’azienda agricola ZIPO. Qui fino a qualche giorno fa continuavano con la vendita diretta e il distributore del latte, seppur con inevitabili cali delle vendite. Ora purtroppo sono stati costretti a fermare il distributore automatico. Loro non si fermano di certo però. Se le consegne a domicilio in proprio diventano difficoltose viste tutte le energie che a ZIPO devono investire per la gestione delle vacche da latte, l’azienda continua con la vendita tramite L’Alveare che dice Sì e cortilia.it. Inoltre hanno aumentano la produzione di prodotti da stagionare, pronti per essere venduti in maniera diretta quando tutto questo finirà, perché prima o poi finirà.