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Andiamo in mezzo ai matti

Si prevede, o meglio, ci si augura, un certo traffico sulle strade della transizione ecologica nei prossimi anni.
È molto chiaro il punto di partenza, ma non lo è altrettanto quello di arrivo, né la strada da fare.

Viene in mente il dialogo di Alice nel Paese delle Meraviglie con lo Stregatto. Lei vuole andar via da lì e chiede quale strada deve fare, ma il gatto le risponde che dipende da dove vuole andare. Non è un dettaglio banale. La transizione ecologica non significa solo allontanarsi dal modo in cui si son fatte le cose finora: significa anche decidere (prima) a quale obiettivo si tende. Secondo lo Stregatto non c’era molto da scegliere: «qui siamo tutti matti» e quindi ogni strada avrebbe portato la giovane Alice ad aver a che fare con gente strana.

Se non cambiamo strada restiamo in mezzo ai matti, quelli che nessuno tuttavia chiama matti, anche se mettono a rischio vite, suolo e futuro pur di intascare maggiori guadagni. Li chiamano imprenditori, li chiamano aziende di successo, li chiamano in tanti modi, ma mai matti.

Se cambiamo strada finiamo in mezzo ai matti, a quelli che per decenni son stati considerati strani, bizzarri, matti appunto perché si ostinavano a fare le cose in una maniera diversa da quella più comoda, più redditizia, più veloce e più inquinante. Ancora oggi, con la polemica che è stata scatenata a proposito dell’agricoltura biodinamica, non si perde occasione per sbeffeggiare un comparto che produce cibo sano senza far danno a nessuno, tutelando territori, salute, paesaggi e redditi.

Eppure, l’Unione Europea, con il Green New Deal e con le sue strategie collegate, tra cui la Farm to Fork Strategy, ci invita proprio a imitare quei matti. Quelli che pensano che gli animali e l’agricoltura siano elementi collegati, e che entrambi siano finalizzati alla produzione di cibo buono e salutare, paesaggi belli ed accoglienti, relazioni autentiche. Tra questi matti ci sono i Caseifici Agricoli: la maggior parte di loro sono aziende che la transizione ecologica non la devono fare, perché sono sempre stati là, ad aspettare che istituzioni e consumatori si avvicinassero alle loro realtà.

La transizione ecologica deve servire anche ad accorciare le distanze tra chi produce per bene, chi ha il compito di tutelare e amministrare le comunità e chi acquista. Serve informazione, cultura, frequentazione. L’occasione dei Caseifici Aperti in questo senso è preziosa: due giorni per provare a percorrere una qualsiasi delle due opzioni offerte dallo Stregatto, ricordandosi delle sue parole ad Alice: «Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti».
Ma questi sono i matti che ci piacciono, ai quali finalmente anche l’Unione Europea sta dando ragione.

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